on era facile notarlo: come un'ombra tagliava le strade della città sospesa dall'etereo freddo e, con il viso chino, contava mentalmente i passi effettuati per mantenere il cervello in funzione - lasciarlo volteggiare senza redini sarebbe equivalso a dare il via al valzer più deludente del suo caos interiore. Non era facile notarlo, no, ma paradossalmente era un pugno in un occhio: difficile da non guardare o, per i più temerari, fissare. Alto, nero, dall'aura negativa percepibile fin nei ricci distorti della chioma rossastra, Mordecai avanzava senza guardarsi intorno, poiché nulla lo avrebbe destato dall'unico compito che lo manteneva saldo alla vita, così lontano dalla possibilità d'impazzire: contare. Un ulteriore passo lo direzionò leggermente verso sinistra e forse il suo subconscio più schizzinoso - quello che sarebbe sbiancato di morte solo all'idea di poggiare la suola su qualcosa di diverso dall'umile marciapiede - riuscì a non fargli pestare una vasta ma poco profonda pozzanghera. Due passi più in là e raggiunse la distanza minima per dirsi in orario, dato che il luogo della festa ormai si stagliava su di lui a neppure qualche metro dalla sua figura oblunga. Non aveva in mano nulla, niente che potesse considerarsi un regalo o qualcosa di piacevole da mostrare una volta entrato nella sala dei festeggiamenti; non che avesse mai pensato di regalare qualcosa fino a quel momento, ovviamente, ma il pensiero lo portò a rimuginare sul fatto che magari qualcosa avrebbe potuto anche fare. Erano trascorsi ormai lunghi e tristi anni dall'ultima volta che aveva festeggiato il proprio compleanno e, oltre a non ricordare che sapore avesse un evento simile, l'eccitazione che lo caratterizzava quando ancora possedeva le facoltà per provare in primis qualcosa di positivo ormai poteva dirsi estinta. Non sapeva bene perché fosse lì o cosa si aspettasse di guadagnare da un ritrovo sociale che poco si adattava a ciò che era diventato ma raggiunse il millecinquecentoquarantaseiesimo passo e si fermò dinnanzi ad una porta. L'aprì in ritardo perché trascorse qualche secondo di troppo a realizzare ciò che stava per fare.
Una volta dentro all'edificio ciò che più lo colpì fu lo schiaffo di calore improvviso che gli colorò le guance di porpora: un contrasto quasi fiabesco data la sua carnagione chiarissima e il nero pece della benda sul mostruoso occhio.

credit Kira only for dark college gdr